Il motore di ricerca degli studiosi di Seneca
Personaggio: Simplicio
Sénèque et la circularité du temps
in Seneca la storia dell’umanità, concepita sullo stesso modello ciclico della storia del mondo, è la vicenda di una perfezione originaria perduta progressivamente nel tempo (dagli uomini) e recuperata (dal saggio); secondo tale concezione, alcuni exempla romani riproducono, in una certa misura, la ciclicità temporale del mondo e dell’umanità
Aristotele e un presunto lapsus di Seneca
confronto tra PST 65, 4 e Arist. Cat. Postpraed. 12, 14 a 26 – b 22 a proposito del numero delle cause prime; uso di un particolare accorgimento stilistico che fa risaltare un elemento di un’enumerazione isolandolo dagli altri, contro P.L. Donini (1979.27 ), che vi vedeva un lapsus di S.; struttura di PST 65
La traduzione “infedele” di Seneca della preghiera di Cleante
esame della traduzione di S. della preghiera di Cleante in PST 107, 10; problema dell’attribuzione di paternità dell’ultimo v.; rilevamento di uno iato di tono e di pensiero tra i primi quattro vv. greci e il quinto verso di S.: esso fa riconoscere in S. rispetto a Cleante l’omologazione di fato e provvidenza e la presenza del concetto di una colpa della volontà (nolentem; cf. il più tardo concetto di mala voluntas); forzatura del testo di Cleante da parte di S., che rappresenta la posizione ortodossa dell’antico stoicismo di Zenone circa il rapporto tra divinità e fato; la dottrina stoica del fato in ambiente latino (cf. Verg. A. III, 114; IV, 519-520; V, 709; VIII, 131-133; Manil. III, 58; IV, 22. 117-118; Lucr. II, 255-279; Cic. fat.); il pensiero di S. sul fato (PRV, sopr. 5, 4-8; 15, 4-7; TRN 10, 4; 11, 1-3; PST 107): ricchezza concettuale e argomentativa di S.; il tema della felicità del saggio (cf. DPS 980-994); l’ideologia del fato dopo S.: Epitteto e Marco Aurelio; esame del contesto in cui avvenne la ripresa dei versi cleantei da parte di Simplicio (IV sec.)